Ricordando l’acqua alta del 1966 che inginocchiò Venezia

Originally posted on 20 Ottobre 2016 @ 7:01

Un ricco calendario di iniziative, mostre, convegni, non solo per ricordare la grande alluvione del 4 novembre del ’66, ma anche per spiegare come la città reagì unita e compatta a quell’evento devastante, ricostruendo, restaurando, interrogandosi su come poter proteggere Venezia e garantirle un futuro di sopravvivenza.

Nascono con questo spirito le celebrazioni per ‘Aqua Granda’ un po’ in tutta la città proprio per ricordare l’acqua alta del 1966.

“A cinquant’anni da quella ricorrenza che segnò la storia di Venezia -spiegano dal Comune-, il compito delle Istituzioni non deve essere solo quello di commemorare un evento con immagini, cartoline e ricordi, ma porre l’attenzione sul presente e sui problemi che la città si trova ad affrontare oggi e su come poterli risolvere per garantire un futuro ai giovani”.

live-in-venice-acqua-alta-04Venezia venne travolta dall’acqua alta, intere generazioni unirono forze e obiettivi in nome della loro città e il giornalista Giorgio Lago riuscì a far capire all’Italia l’importanza del ruolo di Venezia e di quanto fosse significativa la sua salvaguardia, tanto che il Parlamento varò una Legge Speciale.

Purtroppo negli ultimi dieci anni quella stessa Legge non è stata più finanziata. Venezia è importante per la nostra economia, per il rilancio del Paese, e non può essere abbandonata.

Il 4 novembre un doppio appuntamento per celebrare la ricorrenza, la messa solenne nella Basilica di San Marco, celebrata dal Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, e alle 20 al teatro La Fenice l’esecuzione dell’opera “Aquagranda”.

E poi ancora le mostre che documenteranno la tragicità degli avvenimenti del ’66, allestite al Centro Culturale Candiani, nella sala monumentale della Biblioteca marciana, alla Bevilacqua La Masa, al Museo Correr, al piccolo museo della Laguna sud di Pellestrina.

Di grande interesse si preannunciano anche i convegni: il 21 a Palazzo Ducale si approfondirà il tema della Legge speciale per Venezia, il 25 ottobre a Ca’ Giustinian esperti tratteranno il tema del restauro e delle evoluzioni delle pratiche di intervento sul patrimonio urbano; il 27 ottobre nelle Sale Apollinee della Fenice il tema sarà quello dell’ingegneria idraulica.

In una città dagli orizzonti vasti, approfondimenti verranno proposti anche a San Donà di Piave, a cura del Consorzio di bonifica Veneto orientale.

Infine tra gli eventi di teatro, musica e performance artistiche da segnalare che il 7, 11, 14 e 18 novembre un vaporetto Actv sarà a disposizione degli studenti la mattina e della cittadinanza al pomeriggio per raggiungere il punto informativo del Cnr ai Bacini.

Un programma vasto e articolato che riunisce attorno al Comune tante istituzioni e veneziani per descrivere un evento che ha coinvolto non solo il Centro storico, ma tutto il territorio e che deve portare a ricordarsi dell’importanza di Venezia, una città straordinaria, ma estremamente complessa.

il 4 novembre del 1966

Il 4 novembre 1966, giorno tristemente noto per le alluvioni in molte città del centro-nord Italia, in primis a Firenze, fu una data storica anche per Venezia, in quanto si verificò la più elevata acqua alta mai registrata da quando iniziarono le rilevazioni sistematiche.

live-in-venice-acqua-alta-02I fortissimi venti sciroccali (registrate raffiche di 52 nodi a Tessera e 58 a Brindisi) e una caduta di pressione di 30 hPa in 48 ore sulla laguna veneta comportarono un contributo meteorologico rilevantissimo.

A questo si aggiunse una disastrosa mareggiata che comportò lo sfondamento in più punti dei murazzi (opera di difesa che delimita la laguna dal mare).

Si ebbe quindi anche una notevole persistenza dell’acqua alta, con la marea che rimase per 22 ore sopra quota 110 cm e per circa 40 ore sopra i 50 cm.

Il contributo meteorologico fu impressionante: 185 cm. Il massimo coincise con una marea astronomica di soli 9 cm; altrimenti si sarebbero potuti raggiungere livelli ancor più elevati.

La marea raggiunse alle ore 1:30 del 4 novembre quota +127 cm. I fortissimi venti di scirocco impedirono il deflusso, cosicché la minima successiva fu di 116 cm. Alle ore 18:00 si raggiunsero al mareografo di Punta della Salute i 194 cm, il più alto valore mai registrato.

Ingentissimi furono i danni, con gran parte della città che si ritrovò con telefoni, energia elettrica e gas fuori uso. Sui litorali la mareggiata causò inondazioni e gravissimi danni.

Conseguenze peggiori furono evitate dalla rotazione del vento nella serata, che consentì il deflusso dell’acqua e attenuò la mareggiata.

Pubblicato il: 20 ottobre 2016

 


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