Burano, l'isola fatata a due passi da Venezia

Originally posted on 19 Agosto 2015 @ 19:50

Se in questi giorni vi trovate a Venezia, non potete non dedicare un po’ del vostro tempo nel visitare le isole della laguna di Venezia.

Tra queste la redazione, questo mese ne ha scelta una: Burano.

 

Va subito detto che anche le altre meritano una visita, ma secondo noi, Burano è un ottimo compromesso per sfuggire al caos turistico di Venezia, stare un po’ all’aria aperta e concedersi una gita di mezza giornata in laguna ammirando tutte le bellezze che Venezia sa regalare.

Noi la consigliamo soprattutto a chi in città ci vive o ci lavora e sovente non ha idee su come trascorrere un pomeriggio in famiglia senza necessariamente spendere troppi soldi.

Agosto e Settembre, sembrano essere i mesi ideali per sfuggire dalla calura cittadina e per vedere o ri-vedere l’isola.

Per scelta, non vi consiglieremo posti, luoghi o monumenti che devono essere visti a tutti i costi: no!

Vi consigliamo invece di arrivarci a digiuno da tutto ciò e più semplicemente di camminare tra le coloratissime calli e di perdervi senza avere la più pallida idea di dove vi troviate.

Usate la fantasia e immaginate tutto… al resto ci penserà l’ambiente che vi circonda ricco di fascino storie e leggende e golosità.

Vi assicuriamo che alla fine della giornata, la vostra sensazione, sarà quella di aver trascorso davvero dei bei momenti.

Per coloro che invece vogliono comunque saperne di più, possiamo aggiungere che la sua storia è interessante.

Gli abitanti di Altino per sfuggire alle invasioni dei Barbari, si rifugiarono nelle varie isole della laguna, dando a queste i nomi delle sei porte della città. Burano prende il suo nome da “Porta Boreana” chiamata così perchè posta a Nord-Est, direzione da cui soffia la bora.

All’inizio le abitazioni erano abbastanza primitive, furono poi sostituite da case in mattone.

La particolarità sta nel fatto che gli abitanti si misero a dipingere le proprie case a loro piacimento. Sembra infatti che i pescatori, tornando a casa via mare, a causa della nebbia per identificare meglio da lontano le proprie case, decisero di dipingerle con colori differenti e vivaci. E se ci fate caso in alcune abitazioni si possono vedere addirittura più colori nella stessa casa, segno che le proprietà, sono diverse.

Isola sommersa BuranoQualche studioso teorizza che Burano non sia sorta dove si trova oggi. Alcuni antichi testi scrivono che l’isola era collocata più vicino al mare e che gli abitanti si videro costretti ad abbandonarla a causa delle forti correnti marine che allagavano la terra e a causa dei venti che la corrodevano.

 

Altri testi invece scrivono che Burano sia sempre stata dove risiede oggi e che abbia sempre goduto di un’ottima posizione geografica: sembra infatti che la continua ventilazione dell’isola sia riuscita a tenere lontana la malaria.

Fin dai tempi della Repubblica di Venezia, Burano con la sua modesta popolazione allora di circa 8.000 persone, era un’isola di povera gente che viveva soprattutto di pesca e di agricoltura. Grazie all’abilità delle merlettaie cominciò a crescere, ad arricchirsi e ad espandere l’artigianato locale in tutto il mondo con il celebre merletto di Burano.

La curiosità:

“La leggenda vuole che proprio grazie ad un pescatore sia nata la tradizionale produzione tessile artigiana. Si narra appunto che il pescatore in questione, avendo resistito al canto delle sirene in nome della sua bella che lo attendeva a Burano, avrebbe ricevuto dalla regina dei flutti una corona di schiuma per ornare il capo della sua sposa. Le amiche della diletta, invidiose e conquistate dalla bellezza del velo, avrebbero cercato di imitarlo, dando così inizio a una scuola di tradizione centenaria. Storicamente, comunque, l’artigianato del merletto risale al XVI secolo.”

In origine la piazza principale non esisteva: l’ultima modifica morfologica apportata all’isola fu l’interramento del canale al fine appunto di ottenere la piazza così come la si vede oggi, che porta il nome di Baldassarre Galuppi compositore e organista settecentesco che a Burano nacque.

 

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