Nancy Genn. Architecture from Within / Architetture Interiori

Originally posted on 4 Maggio 2018 @ 7:02

Nancy Genn. Architecture from Within / Architetture Interiori ripercorre attraverso circa 70 opere gli oltre 60 anni di carriera dell’artista californiana.

Nancy Genn, poliedrica artista è tra le più significative nella storia dell’arte statunitense del dopoguerra, che ancora oggi porta avanti la sua personale sperimentazione con grande vivacità e passione.

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È la più importante retrospettiva che le sia mai stata dedicata in Europa, la prima in assoluto a Venezia, quella organizzata in occasione della 16. Mostra Internazionale di Architettura a Palazzo Ferro Fini: Nancy Genn. Architecture from Within / Architetture Interiori ripercorre attraverso circa 70 opere gli oltre 60 anni di carriera di Nancy Genn, poliedrica artista californiana tra le più significative nella storia dell’arte statunitense del dopoguerra, che ancora oggi porta avanti la sua personale sperimentazione con grande vivacità e passione.

A Venezia il percorso espositivo si snoda tra opere su carta a matita, inchiostro e tecnica mista, dipinti e grafica, sculture in bronzo, sia di grandi che di piccole dimensioni, che permetteranno al pubblico di scoprire il multiforme universo interiore e la grande maestria tecnica dell’artista.

Curata da Francesca Valente – già Direttore di diversi Istituti Italiani di Cultura tra cui quelli di Los Angeles e San Francisco, dove conobbe Genn agli inizi degli anni Ottanta –, Nancy Genn. Architecture from Within / Architetture Interiori è anche l’occasione per presentare l’omonima monografia bilingue che per la prima volta racconta l’intera opera dell’artista americana: edita da Skira e curato dalla stessa Valente, raccoglie gran parte dei saggi critici che sono stati dedicati a Genn nel corso della lunga carriera, così come riproduzioni di un corpus di circa cento opere, tra cui pezzi provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private.

Esponente della corrente astratta sviluppatasi intorno alla baia di San Francisco, Genn incarna perfettamente quei caratteri di orientamento verso l’Asia e rapporto intimo con il paesaggio che si ritrovano nell’universo espressivo proprio della West Coast.

Per molti dei suoi dipinti su carta trae ispirazione dall’acqua, dalla nebbia, dall’atmosfera mutevole della baia: non c’è luogo migliore per esporre queste opere di un palazzo veneziano che si affacci sul Canal Grande.

E sempre a Venezia Genn è tra gli 11 artisti protagonisti della collettiva WWW. What Walls Want alla galleria Marignana Arte (dal 23 maggio all’8 settembre, inaugurazione martedì 22 maggio ore 18.30), a rappresentare gli Stati Uniti insieme a pittori come Roy Thurston ed Emil Lukas.

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Le composizioni dalla trama meticolosa, la peculiare qualità organica, la presenza dominante delle linee come conseguenza dell’amore per la calligrafia, la manualità rituale della produzione: filo conduttore della decennale attività artistica di Nancy Genn è l’instancabile sperimentazione di tecniche e materiali, che ha coltivato con incessanti viaggi soprattutto in Oriente.

È stata tra le prime artiste negli Stati Uniti a esprimersi con la carta, fatta a mano da lei stessa e usata non solo come mezzo, ma come oggetto di una personale e pionieristica tecnica di produzione manuale. L’uso stesso della carta – montata e incollata sulla tela stesa, lasciata a dispiegarsi come un rotolo di pergamena, sfogliata in modo da rivelare strati sottostanti – diventa così personalissimo e privilegiato mezzo di espressione.

Come evidenzia la curatrice Francesca Valente, «l’opera di Genn, indipendentemente dalla tecnica utilizzata, emana una possente forza meditativa che, quasi come sacra reiterazione di un mantra, scaturisce da dentro e manifesta una prodigiosa luce interiore che innesca un’infinità di esperienze sinestetiche. (…)

I suoi lavori si configurano così come sorta di architetture interiori capaci di condurre lo spettatore all’interno di una dimensione rarefatta in continuo mutamento, lasciandolo immerso in una sensazione arcaica di meraviglia».

La continua esplorazione della tensione tra leggerezza e pesantezza, pieno e vuoto si ritrova anche nelle sue sculture, che si realizzano principalmente in forme organiche in bronzo come in Manzanita: partendo da tralci di vite, che spesso raccoglie nel giardino dietro casa, legati con fili di cotone e intinti poi nella cera, Genn realizza forme intricate che grazie alla tecnica della fusione diretta a cera persa conservano tutta la vitalità e la permeabilità delle forme naturali.

Dal fuoco dei rami bruciati si passa quindi alla forza purificatrice dell’acqua che domina le serie Rainbars. Genn è stata profondamente ispirata dall’ubicazione delle sue due case, una affacciata sulla baia di San Francisco e l’altra a pochi passi dall’Oceano Pacifico: nelle “barre di pioggia” la griglia orizzontale viene superata da lente e ritmiche colature di colore che portano il movimento verso il basso.

Una lentezza che diventa cascata possente nel trittico Waterfall Tryptich o nelle opere della serie Patagonia. E in tema di terre lontane, dove Nancy Genn ha viaggiato, se il segno calligrafico in Sea Currents ci rimanda al fascino misterioso dell’Oriente, i colori caldi e accesi della terra in forme architettoniche maestose, seppure accennate, rievocano la potenza della Città Eterna nella serie di opere su carta realizzata a Roma.

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Nancy Genn vive e lavora a Berkeley. Si forma alla California School of Fine Arts (ora The San Francisco Art Institute) e alla University of California a Berkeley dal 1947 al 1949. Ottiene riconoscimenti internazionali negli anni Settanta per le sue sperimentazioni con la carta fatta a mano, esponendo con Robert Rauschenberg e Sam Francis in nove musei asiatici, da Tokyo ad Hong Kong. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni permanenti di istituzioni internazionali come il MoMA, la New York Public Library e il Brooklyn Museum a New York.

L’Albright-Knox Art Gallery di Buffalo; il Los Angeles County Museum, lo University Art Museum di Berkeley, il San Francisco Museum of Modern Art; la Library of Congress del National Museum of American Art and Smithsonian Institution a Washington DC e l’Auckland Museum, in Nuova Zelanda.

Michel Tapié, primo teorizzatore dell’arte informale, già nel 1960 citava una serie di opere contemporanee di illustri artisti europei, americani, canadesi e giapponesi, collocando così Nancy Genn accanto a Burri, Capogrossi, Fontana, Vedova, Clyfford Still, Sam Francis, Tàpies, Tobey, De Kooning, Frankenthaler, Motherwell, Nevelson, Pollock, Rothko, Riopelle, Yoshida e Tanaka. È stata invitata come artista ospite per quattro volte tra il 1989 e il 2015 all’American Academy di Roma.

Francesca Valente è mediatrice culturale, curatrice e traduttrice; è stata per oltre trent’anni alla direzione di diversi Istituti di Cultura Italiana in Nord America, da Toronto a San Francisco, da Chicago a Los Angeles.

Dopo una lunga carriera al Ministero degli Affari Esteri, nel 2011 è stata invitata a coordinare gli 89 Istituti di Cultura Italiana di tutto il mondo per il Padiglione Italia alla 54a Biennale Arte di Venezia.

Valente ha curato una mostra di 220 artisti provenienti dal Canada centro-orientale per Imago Mundi, patrocinata dalla Fondazione Luciano Benetton ed esposta a Palazzo Loredan a Venezia nel 2017, che sarà ospitata a Toronto, all’Ontario College of Arts and Design University, dal 24 ottobre al 16 dicembre 2018.

 

La mostra è a cura di Francesca Valente
Palazzo Ferro Fini, San Marco 2322, Venezia

Dal 24 maggio al 7 agosto 2018
Conferenza stampa martedì 22 maggio ore 12.30
Incontro con l’artista mercoledì 23 maggio ore 16

Pubblicato il: 5 aprile 2018

 

 

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