Outlander, la performance di danza per il Cenacolo Palladiano

Originally posted on 15 Giugno 2016 @ 7:02

Il 18 giugno la Fondazione Giorgio Cini presenta la prima assoluta di Outlander, performance di danza creata da Shobana Jeyasingh per il Cenacolo Palladiano.

Il 18 giugno 2016 l’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini presenta la prima assoluta di Outlander, performance di danza site specific creata da Shobana Jeyasingh per il Cenacolo Palladiano dell’Isola di San Giorgio Maggiore.

La coreografa, tra gli esponenti più autorevoli della danza contemporanea inglese, ha ideato questo spettacolo ispirandosi all’antico refettorio benedettino realizzato da Palladio che oggi ospita il facsimile de Le Nozze di Cana di Paolo Veronese, realizzato da Factum Arte. Outlander fa parte del 10. Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia come evento speciale.

Per assistere alla performance è necessario prenotare inviando una mail a dalle ore 9.00 di mercoledì 8 giugno 2016 a outlander@cini.it, indicando i nomi dei partecipanti (massimo 2 partecipanti per prenotazione. E’ indispensabile stampare e presentare all’ingresso la mail di conferma).

Tutti gli elementi della coreografia nascono dal dialogo con il Cenacolo e la grande opera del Veronese: lo spettacolo è pensato come un omaggio alla straordinaria storia di questo luogo che rivive attraverso il racconto degli outlanders, gli “stranieri”, ovvero spettatori e danzatori, che insieme tornano ad abitare il luogo, in sintonia con le creazioni del Palladio e del Veronese.

Outlander 2

ph. Enrico De Santis

“L’audace descrizione che il pittore fa di persone e comportamenti del suo tempo in un quadro che ha per soggetto una storia biblica – dice Shobana Jeyasingh – mi ha dato la libertà di non limitarmi all’analisi della storia del luogo ma di estenderla sino al presente. Ho coreografato la danza pensando sempre ai corpi e alle posture dei personaggi delle Nozze di Cana dipinti dal Veronese. Essi ci forniscono un’immagine straordinariamente fisica della società del suo tempo. Ognuno di essi – prosegue la coreografa- è un performer sulla tela e ogni nuovo performer che entra in quello spazio deve far i conti con essi anche se ha intenzione di offrire una visione fisica alternativa. Ho lavorato con i miei danzatori per arrivare a una condizione che comprendesse sia l’immersione nel luogo che l’estraneità, una condizione allo stesso tempo di “insiders” e “outlanders”.

Osservando l’antico refettorio Shobana Jeyasingh ha individuato tre elementi principali dove intessere il dialogo tra lo spazio e la coreografia: il primo è l’elegante e sobrio disegno architettonico del Palladio; poi, quasi in contrasto con l’ambiente, l’esuberante dipinto del Veronese, colmo di gesti e presenze umane; infine, la figura di Cristo dentro il dipinto stesso che Shobana definisce “un posto di quieta neutralità oltre ogni schema o comportamento”.

L’intento della coreografa di Outlander è dunque quello di ricreare l’atmosfera originaria del refettorio, dove i monaci sedevano, come compagni di tavola, accanto ai numerosi personaggi raffigurati nelle Nozze di Cana. Allo stesso modo il pubblico che assiste allo spettacolo, proprio come un tempo i monaci, siede sui lati lunghi del refettorio, su due file che si guardano. Tra di loro, al centro dello spazio, vi è la scena: una piattaforma rialzata che pone i danzatori nella giusta misura e proporzione, come fossero parte del dipinto che ricopre la parete di fondo.

Shobana Jeyasingh, nata a Chennay, capitale del Tamil Nadu, e residente a Londra dal 1981, è una degli esponenti più autorevoli della scena coreografica inglese contemporanea.

Formatasi in India come danzatrice professionista di Bharata Natyam, ha progressivamente trasformato la danza classica indiana in un’arte post-moderna, urbana, dinamica, sofisticata ma anche accessibile a un pubblico più vasto. La sua collaborazione con i musicisti minimalisti inglesi (Michael Nyman fra tutti) ha aperto nuove possibilità al Bharata Natyam, allargandone i confini, esplorandone nuove e inaspettate dimensioni di movimento.

Oggi nelle coreografie della Shobana Jeyasingh Company – da lei creata nel 1988 — la danza classica indiana è un elemento fondamentale insieme agli altri, le arti marziali, il balletto, la danza moderna, il gesto quotidiano, i nuovi media digitali. Il suo impegno nella community dance e l’intenso lavoro pedagogico sono inoltre un’ importante estensione nel sociale della visione fortemente etica della danza che la coreografa anglo-indiana ha maturato negli ultimi anni. Presentata alla Biennale di Venezia nel 2012 con TooMortal, Shobhana Jeyasingh ha ottenuto numerosi e prestigiosi riconoscimenti accademici e culturali.

Nel 1995 le è stato conferito il MBE (Order of British Empire). Ha ottenuto l’Honorary Master of Arts alla Surrey University e l’Honorary Doctorate alla De Monfort University (Leicester).

Nel 2008 è stata premiata con l’ Asian Woman of Achievement per il contributo dato alla vita culturale inglese.

Autrice di più 50 coreografie, Shobana Jeyasingh nel marzo 2015 ha debuttato in scena a Londra con il suo ultimo lavoro, Bayadère-The Ninth Life, opera commissionata dal Royal Ballet e ispirata al balletto La Bayadère di Marius Petipa.

Informazioni utili:

Shobana Jeyasingh Dance
OUTLANDER (2016, 25′)
prima assoluta

Una co-produzione Fondazione Giorgio Cini e Shobana Jeyasingh Dance in collaborazione con Biennale Danza 2016
Ideazione, coreografia e regia: Shobana Jeyasingh
con: Avatâra Ayuso, Sunbee Han e Sooraj Subramaniam
Musica: Scanner
Scene: Sander Loonen

Per informazioni:
Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati
tel. +39 041 2710357
musica.comparata@cini.it
Fondazione Giorgio Cini

Nota – Questo è un comunicato che viene riportato integralmente come contributo esterno. Il contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione


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