La gondola. La vera Signora di Venezia.

Originally posted on 30 Dicembre 2015 @ 7:02

“Gondola” o “Venezia”! Certo, non si può parlare di una, senza parlare dell’altra, al punto che la gondola oggi viene considerata come un simbolo della città. Chiamata anche la “Signora”, da secoli è il mezzo di trasporto dei veneziani.

Non è ancora chiara l’etimologia del nome, forse deriva dai termini latini cymbula (barchetta) o concha (conchiglia), oppure dal greco kuntelas (barca a spinta); si trova nominata per la prima volta come gondolam in un decreto del doge Vitale Falier del 1094.

Gondola 3 Ferro-de-pruaElegante e un po’ misteriosa, la gondola che si vede ai nostri giorni è il risultato di lente trasformazioni effettuate nei secoli, sia nella forma, sia nelle dimensioni e finiture. Resta comunque la barca per antonomasia di Venezia tra, fascino, storia e bellezza.

La sua lunghezza è di quasi 11 metri fuori tutto (10,85 per la precisione n.d.r.), la larghezza media è di m l ,40 e il peso da vuota è di circa 400 kg; a pieno carico può arrivare ai 900 kg.

Il legno per la sua costruzione (sono 280 i pezzi che la compongono) è di vari tipi: quercia, abete del Cadore, noce, ciliegio, larice, tiglio e altri, tutti lavorati a mano e curvati con il fuoco di canne di palude.
La prua e la poppa sono rialzate rispetto all’acqua e l ‘insieme ricorda una mezzaluna galleggiante; le sue parti più evidenti sono: il ferro, la forcola, il remo.

Il ferro è una specie di rostro metallico posto all’estremità della prua, con sei “denti” sul davanti e uno dietro; la tradizione indica nei sei “denti” i sestieri di Venezia, nell’altro la Giudecca, e nella parte incurvata superiore il como ducale (il cappello del doge).

gondola 4 ForcolaLa forcola (lo scalmo) è in radica di noce ed è una vera e propria scultura, slanciata e con uno o più morsi (incavi); viene usata a poppa della barca per appoggiare il remo e fare leva per remare e per le manovre.

Il remo è in faggio ben stagionato e senza nodi, con la pala molto larga e lungo m 4,20. Anche sull’estremità di poppa c’è un ferro di protezione, a volte abbellito con un riccio. Altri oggetti di abbellimento della gondola sono: due cavallucci marini (o delfini, o figurette mitologiche) in ottone che
fungono da sostegni ai cordoni, dei braccioli imbottiti, i sedili, la toleta a spigolo (una portella a trapezio che chiude il ripostiglio di prua) intarsiata o dipinta e dei tappeti colorati. L’insieme di questi elementi forma el parecio.

Un tempo la gondola aveva un altro elemento caratteristico: il felze, piccola cabina aperta a mezza barca che serviva da riparo o da “rifugio” da sguardi indiscreti e che fu abbandonato definitivamente nella prima metà del Novecento. Nonostante le sue dimensioni questa barca viene condotta in genere da un solo rematore, il gondoliere ed è molto manovrabile anche in spazi ristretti, grazie alla sua particolare conformazione: essa infatti ha poca superficie immersa rispetto alla lunghezza, ed è asimmetrica, sia nel senso dell’altezza, sia nel senso della larghezza. Il peso del rematore compensa l’ asimmetria, rendendola
molto versatile.

Nel XVI secolo a Venezia si contavano quasi diecimila gondole; erano addobbate e dipinte in molti colori, così anche i felze; grazie alle leggi della Repubblica contro lo sfarzo e probabilmente per i vari lutti che ebbe la città, gondole e felze diventarono neri.

gondola 5 venice-106669_640Alla fine dell’Ottocento si ebbe l’ultima trasformazione di questa imbarcazione ad opera dello squerarolo Domenico Tramontin, che apportò quelle rnigliorie che diventarono uno standard per la gondola moderna.

Mezzo più usato nei secoli dai veneziani nelle più svariate attività, la “signora” delle barche lagunari oggigiorno è usata principalmente ad uso turistico e un po’ meno per i traghetti o per regate. Le gondole sono raggruppate nei vari stazi (spazi acquei attrezzati per loro) sparsi per la città, o nei traghetti.

Curiosità: oggi per costruire una gondola al minimo della sua bellezza, servono almeno 40-50 mila euro senza fregi e senza intagli e la lista d’attesa per averla (vista la richiesta “mondiale”) è di qualche anno.

 


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